GIUSEPPE FORTUNA, UNA VITA DA “LUCANO ALTROVE” TRA CIRIGLIANO E NEW YORK

La notizia è arrivata da New York nel pieno di una di quelle domeniche calde e un po’ sonnolente che tanto amava quando si tuffava nella vita del paese cercando di dimenticare per qualche giorno i rumori e la frenesia della grande metropoli. Giuseppe Fortuna, il sociologo originario di Cirigliano, esponente di punta di quella emigrazione intellettuale che aveva caratterizzato la diaspora lucana negli ultimi decenni del secolo scorso, si è spento in solitudine in un ospedale del Queens dove era ricoverato per una grave malattia. Con lui se ne va un altro testimone importante di quei “lucani altrove” che hanno portato in giro per il mondo la Basilicata. 

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IL RITORNO DI BILL

“E’ bello essere a casa!”

Alle due del pomeriggio di un rovente 24 luglio del 2014 la piazza di Grassano ha come un fremito. Si scuote, sembra sbandare, e infine si scioglie in un lungo, caloroso applauso. La lunga attesa – oltre due ore sotto il sole per conquistarsi un posto in prima fila – è stata premiata.

Bill De Blasio, da pochi mesi sindaco di New York, è arrivato fin qui facendo a ritroso il viaggio della nonna, Anna Briganti, che partì nel 1903 da questo piccolo centro della Basilicata, “a poor hill town in the middle of nowhwere”, una povera città di collina in mezzo al nulla, per inseguire il suo sogno americano. 

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Tre anni senza Rocco Brancati e la sua grande nostalgia del futuro

Vorrei provare a ricordare Rocco Brancati a tre anni dalla sua scomparsa, cercando di spiegare perché questi tre anni non hanno colmato il grande vuoto che la scomparsa di Rocco ha lasciato intorno a noi. 

Non è semplice tracciare un profilo della sua singolare figura di intellettuale sfuggendo a quella retorica delle celebrazioni che Rocco evitava più di ogni cosa, e cercando di recuperare anche nelle parole quello stile sobrio e gentile che rappresenta certamente la cifra caratteristica della sua eredità.

Dunque, chi era Rocco Brancati? Che segno lascia nella comunità che ha vissuto così intensamente?

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Dalla Basilicata a Mount Lucania. L’impresa estrema di un popolo in viaggio

Girano tanti lucani per il mondo, raccontava Leonardo Sinisgalli in uno dei suoi scritti più celebri, con l’aria di chi la sa lunga. Ma forse neanche il grande poeta-matematico ha mai fatto caso all’esitenza di una “Lucania” davvero speciale proprio ai confini del mondo, ben al di fuori delle mille rotte percorse nei decenni da centinaia di migliaia di migranti.
Per trovare questa Lucania bisogna fare un lungo viaggio fino al territorio di Kluane, una riserva naturale della provincia dello Yukon, nella parte più settentrionale del Canada, proprio ai confini con l’Alaska. Una zona dove dominano foreste e ghiacciai, dove osano da millenni solo le aquile, e le uniche presenze umane che si ricordino sono quelle di qualche tribù di pellerossa, gente ruvida, abituata a vivere di caccia al freddo di inospitali vallate nell’ombra della catena “Saint Elias Mountains”, la seconda al mondo dopo la cordigliera delle Ande. Continua a leggere

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e Roma disse: no voi no! il dramma dei trasporti in Basilicata raccontato come una favola

Roma, 1 giugno 1950. Seduta pomeridiana alla Camera dei Deputati. Il presidente Giovanni Gronchi dà la parola all’onorevole Michele Marotta perché illustri un ordine del giorno sui trasporti in Basilicata.
Trentasette anni, una laurea in economia, nativo di Trecchina, Marotta è un democristiano timorato di Dio e rispettoso del potere costituito, ma stavolta proprio non ce la fa ad essere ossequioso verso un governo – per la cronaca il sesto De Gasperi – che sembra ignorare oltre ogni misura le esigenze dei trasporti nella sua regione, che è certamente “la meno provvista di automezzi e anche la più povera di linee ferroviarie”.
Sui banchi del governo siedono il ministro dei trasporti Ludovico D’Aragona, un vecchio socialdemocratico lombardo dalla lunghissima barba bianca, e un giovane sottosegretario dai capelli neri, il siciliano Bernardo Mattarella, padre di Piersanti, che sarà assassinato dalla mafia, e di Sergio, oggi giudice costituzionale.
Marotta non è tipo da attaccare a testa bassa, anche se di argomenti “forti” ne avrebbe in abbondanza. E allora sceglie l’arma sottile dell’ironia.
Le necessità della regione lucana in materia di trasporti – spiega – sono tali e tante che sarebbe impossibile parlarne esaurientemente nel breve tempo a disposizione. E del resto il Governo ne è ampiamente a conoscenza, avendo assicurato più volte, a parole, il suo intervento.
E allora, non parliamo del fatto che sulla Battipaglia-Taranto, a sei anni dal disastro della galleria delle Armi che costò la vita di oltre cinquecento viaggiatori, continuino a circolare le vecchie locomotive a vapore; lasciamo perdere per ora l’annosa richiesta di una revisione degli orari; diamo per scontato che aspettiamo da anni l’immissione di nuovi treni, più volte promessa. Continua a leggere

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